Par Luca Seidenari
L'attuale città di Civitavecchia trae le sue origini dell'antico insediamento romano di Centumcellae, fondato dall'imperatore Traiano agli inizi del II secolo dopo Cristo. L'imperatore possedeva in questa zona una villa sfarzosa, descritta dallo scrittore Plinio il giovane come Villa pucherrima cingitur viridiffimis agris’( una bella villa circondato da lussureggianti campi )
Traiano decise di dotare Roma di un nuovo porto, più ampio e sicuro di quelli antichi situati alla foce del Tevere (Ostia e Portus), che avevano continuamente problemi di insabbiamento. Il progetto fu affidato molto probabilmente all’architetto di fiducia dell’imperatore, cioè Apollodoro di Damasco e come posizione fu scelto un tratto di costa roccioso vicino la suddetta villa imperiale.
Secondo la tesi più accreditata il nome Centumcellae deriverebbe dalla presenza di tante insenature naturali lungo questa costa. Altre ipotesi circa l’origine del nome del porto fanno riferimento alle tante stanze della grande villa di Traiano o ai numerosi magazzini portuali.
Centumcellae divenne subito un centro portuale molto importante sia dal punto di vista commerciale che militare. Era infatti il centro principale per i traffici marittimi al servizio della capitale e sede dei distaccamenti delle flotte imperiali di Miseno e di Ravenna..
La città si sviluppò rapidamente alle spalle del porto con classico piano viario ortogonale, dotata cioè di Cardo, Decumano e Foro. (legge l'articolo ‘A harbour for Rome’).
.Centumcellae fu anche sede di tribunali e prigioni. Nel 251, durante le persecuzioni dei cristiani da parte dell'imperatore Decio, fu detenuto nelle carceri cittadine anche papa Cornelio I.
Centumcellae inoltre fu una delle prime diocesi cristiane nell'Impero Romano; infatti già nel 314, quindi soltanto un anno dopo l'editto di Milano col quale l’imperatore Costantino permise ai cristiani di professare la loro religione, nella citttà era presente un vescovo di nome Epitetto.
Nonostante l’irreversibile crisi dell’impero romano durante il IV e V secolo, Centumcellae, diversamente da molte altre città, accrebbe di importanza grazie allo sviluppo commerciale del proprio scalo marittimo, diventato in quel periodo il vero porto di Roma. Una testimonianza precisa riguardo alla floridezza della città la abbiamo da parte poeta Rutilio Namaziano, prefetto di Roma, che nel 416 fece scalo a Centumcellae e in seguito visitò anche le Terme Taurine. Sua visita è descritto in un lungo poema chiamato:, De Redito suo1
La città invece fu notevolmente danneggiata durante le guerre tra Goti e Bizantini tra il 535 e il 553, quando fu più volte assediata e saccheggiata dagli opposti eserciti e devastata dalle continue battaglie per il controllo del suo porto. Ciononostante durante tutto il VI secolo Centocelle era ancora città prospera e vitale, come documentato da papa Gregorio Magno e dallo storico Procopio. Nei secoli successivi Centumcellae divenne presidio militare bizantino, sotto il comando di un conte.
pon la nascita del patrimonio di San Pietro. embrione di un futuro Stato papale, la città cominciò a gravitare nell'orbita del potere Pontificio. Nel 740 Papa Gregorio III fece riedificare le mura di cinta della città per proteggerla da Longobardi e Saraceni. Agli inizi del IX secolo a Centumcellae venne allestita una flotta carolingia. La storia della città ebbe però una brusca e drammatica svolta nel 813 quando fu attaccata, occupata e praticamente distrutta dai Saraceni pirati arabi che provenivano dalle coste dell'Africa settentrionale ma anche da basi marittime in Sardegna e Spagna meridionale.I cittadini di Centumcellae furono costretti ad abbandonare le proprie case per rifugiarsi sulle colline circostanti. Secondo la storiografia ufficiale pontificia questi fuggiaschi riuscirono ad avere una nuova città dove abitare solamente nel 854, quando papa Leone IV fondò per loro una nuova città nell'entroterra. Questo nuovo centro si sarebbe dovoto chiamare Leopoli in onore del papa, ma grazie anche a trasferimento della diocesi la nuova città conservò l'antico nome di Centumcellae, che in seguito si volgarizzò in Cincelle e poi Cencelle. Le rovine di questa città altomedievale possono essere viste ancora nell'aperta campagna tra i territori di Allumiere e di Tarquinia.
Secondo la leggenda nell'889 ci fu un grande consiglio tra i più importanti cittadini per decidere se dover continuare ad abitare in quella cittadina collinare o tornare alla vecchia città portuale. Nel dibattito fu decisivo l'intervento di un vecchio marinaio chiamato Leandro che diede il suo consiglio (considerato in seguito Ottimo Consiglio) per cui si sarebbe dovuto tornare alla città di origine sul mare. Questo avvenimento leggendario è alla base della nascita di Civitavecchia; infatti in seguito a questo consiglio di Leandro i cittadini decisero di tornare alla loro città vecchia da qui il nome appunto di Civitavecchia fondata, secondo la tradizione, il 15 agosto dell'889. Molto più probabilmente di ritorno alla città marinara avvenne intorno all'anno 1000, quando sui ruderi dei vecchi magazzini portua, lisituati all'ingresso della Darsena romana, venne edificata una rocca. Ben presto intorno alla rocca si sviluppò anche un centro abitato che venne chiamato Civitas Vetula (in seguito Civita Veccla e poi Civitavecchia) proprio per ricordare l'origine antica dello stesso sito.
Nei primi secoli del secondo millennio Civitavecchia fu possedimento feudale, appartenuto prima al conte Ranieri di Civita Castellana poi a Pietro Latro e per oltre due secoli alla potente famiglia di Vico che teneva la Prefettura urbana di Roma. Il dominio dei di Vico sulla città terminò nel 1431 quando la Rocca passò al cardinale Vitelleschi al comando dell'esercito pontificio. Civitavecchia quindi tornò ad essere di nuovo il porto principale presso Roma controllato dal governo pontificio. Comincio così un periodo di rinnovamento e di prosperità durante il quale furono costruiti molti edifici. Inolltre vennero restaurate le mura di cinta, l'acquedotto e soprattutto il porto.
Ulteriore sviluppo per la città si ebbe dopo la scoperta dell'allume di rocca, avvenuta nel 1462 sui vicini Monti della Tolfa. L'allume allora era considerato preziosissimo in quanto utilizzato in molte attività e settori, dalla costruzione delle navi agli impieghi farmaceutici. Naturalmente il porto di Civitavecchia divenne il principale punto di partenza di questo minerale verso i principali porti del Mediterraneo e dell'Europa: i traffici di allume allora portavano alle casse pontificie circa il 70% degli introiti finanziari totali.
Proprio per proteggere i traffici dell'allume nel 1508 Papa Giulio II iniziò i lavori di costruzione del cosidetto Forte Michelangelo, terminato nel 1535. Negli stessi anni fu completamente ricostruita la cinta muraria, progettata da grande architetto militare Antonio da Sangallo. Ormai la città andava a acquisire sempre maggiore importanza: i vari Papi di che si succedettero tra il XVII e il XVIII secolo commissionarono a Civitavecchia grandi costruzioni ed opere ai più grandi architetti del tempo.
Nel 1638 papa Urbano VIII fece costruire la cinta muraria che separava la città dal porto e nello stesso periodo vennero ristrutturati gli ospedali mentre nel 1660 il grande architetto Bernini progettò il magnifico arsenale al centro del porto.
Nel secolo successivo vennero costruiti altre grandi e importanti opere, come la fontana del Mascherone, disegnata dal famoso architetto Vanvitelli nel 1743, la porta Livorno e l'elegante palazzina della guarnigione pontificia, oggi utilizzata come sede del Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia. Tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento la città fu occupata a più riprese dall'esercito francese. Dopo la caduta dell'impero napoleonico la città fu di nuovo possedimento dello Stato Pontificio nel 1825 la città portuale tornò ad essere sede di diocesi dopo circa 1000 anni.
Nel febbraio 1849 Civitavecchia partecipò alla Repubblica Romana; ma l'esperienza repubblicana terminò però soltanto qualche settimana più tardi, il 24 marzo, quando le truppe francesi comandate dal generale Oudinot vennero ad occupare la città per ripristinare il governo pontificio.
Ne 1859 la città fu collegata Roma da una delle più antiche tratte ferroviarie costruite in Italia, inaugurata dal Papa Pio IX. Il plursecolare dominio pontificio sulla città terminò il 16 settembre 1870, quando le truppe comandate da Nino Bixio, al servizio dell'esercito sabaudo, conquistarono la città che fu annessa al nuovo Regno d'Italia.
Tra la fine dell'Ottocento è l'inizio del Novecento la città diventò sempre più importante grazie allo sviluppo del porto e alla nascita di nuove industrie. A ciò fece seguito una grande crescita dal punto di vista demografico. Purtroppo la città, circa 11 secoli dopo le devastazioni saracene, fu di nuovo quasi completamente distrutta tra il 1943 e il 1944 a causa dei numerosi bombardamenti effettuati dall'aviazione alleata durante la seconda guerra mondiale. Anche in questa occasione gli abitanti della città furono costretti a fuggire verso le colline circostanti per trovare riparo. Al termine dei bombardamenti, che causarono migliaia di vittime, circa l'ottanta per cento della città risultava distrutta: molti edifici e monumenti furono persi per sempre. Purtroppo nel dopoguerra la ricostruzione fu selvaggia e frettolosa e compromise l'antico tessuto urbano della città. Fu di nuovo il porto a costituire una fonte economica importante per la città grazie allo sviluppo della pesca industriale e dei traffici commerciali. Inoltre Civitavecchia diventò il porto principale nel centro Italia per il traffico passeggeri, con traghetti da e verso la Sardegna la Sicilia, porti dell'Africa settentrionale Spagna e Francia. Ultimamente è diventato il porto europeo più importante dal punto di vista del traffico crocieristico grazie soprattutto alla sua posizione al centro del Mediterraneo è a pochi chilometri da Roma. Traiano aveva ancora ben visto
- Notes
- 1:EPISTOLE Lib VI: XXXI C.PLINIVS CORNELIANO SVO S. Una lettera al Corneliano
- 2: 'De ridito Suo' di Claudio Rutilio Namaziano sul porto di Centumcellae
ad Centumcellas forti defleximus Austro; tranquilla puppes in statione sedent. molibus aequoreum concluditur amphitheatrum, 240angustosque aditus insula facta tegit; attollit geminas turres bifidoque meatu faucibus artatis pandit utrumque latus. nec posuisse satis laxo navalia portu: ne vaga vel tutas ventilet aura rates, 245interior medias sinus invitatus in aedes instabilem fixis aera nescit aquis; qualis in Euboicis captiva natatibus unda sustinet alterno bracchia lenta sinu.