Da Luca Seidenari
Il porto di Civitavecchia sorge sui resti dell'antico porto romano di Centumcellae fatto costruire dall'imperatore Traiano nella prima decade del secondo secolo dopo Cristo nei pressi della sua villa. Molto probabilmente il progetto del porto fu affidato al grande architetto di fiducia dell'imperatore, cioè Apollodoro di Damasco, costruttore anche del contemporaneo porto di Ancona e di altre importanti opere pubbliche.
Testimone d'eccezione della costruzione del porto il grande poeta latino Plinio il Giovane, che, ospite dell'imperatore nella sua Villa, in una lettera inviata al suo amico Corneliano, descrive con dovizia di particolari la sistemazione del bacino1. Il porto aveva la forma di un anfiteatro, con un molo a sud a forma di arco e un molo a nord rettilineo. dotato di gallerie sottostanti per il deflusso delle onde marine.
lnoltre esso era protetto da un'isola artificiale detta antimurale, costruita con blocchi provenienti dallo scavo della darsena interna, situata a nord del bacino stesso. Quest'isola si trovava a 520 metri dalla terraferma, mentre i due moli laterali si trovavano a 400 m l'uno dall'altro, per un ampiezza totale di circa 200.000 metri quadri. La profondità media del bacino era di circa sei metri. Alle estremità di entrambi i moli vi erano due Fortini, chiamati comunemente il Bicchiere per il molo meridionale e il Lazzaretto sul molo omonimo a nord; anche le estremità dell'antemurale erano dotate di due piccoli Fortini, mentre al centro vi era un grande faro. L'antico porto romano era sicuramente dotato di portici, templi, colonne e statue come testimoniano i numerosi ritrovamenti effettuati nell'area portuale. Ad esempio dietro la vecchia darsena furono rinvenuti i resti di una grande basilica romana di 38 m di larghezza e circa 100 metri di lunghezza, divisa in tre navate da due file di pilastri.
Ciò dimostra che il porto era importante anche dal punto di vista dell'amministrazione della giustizia e degli affari commerciali.
Molto probabilmente all'interno del porto vi era anche un tempio dedicato a Nettuno, visto il ritrovamento di una parte di una statua bronzea raffigurante questa divinità. La struttura del porto romano, nonostante le travagliate vicissitudini nel corso dei secoli (inclusi soprattutto gli attacchi e le devastazioni subite durante le guerre Gotiche, i saccheggi effettuati dai Saraceni nel IX secolo e le varie battaglie per il controllo della rocca) è rimasta sostanzialmente inalterata fino agli inizi del XX secolo. Purtroppo durante la seconda guerra mondiale, esattamente tra il maggio del 1943 e il maggio dell'anno successivo, i numerosi bombardamenti effettuati dalla aviazione alleata sul porto hanno provocato irrimediabili danni alla struttura originaria.
Tuttavia si può ancora leggere distintamente la forma del Porto Romano, con i due moli laterali e l'antemurale; sono presenti ancora resti importanti dell'antico bacino come ad esempio l'antica darsena, rimasta nelle forme praticamente inalterata dai tempi di Traiano, il molo e il fortino del Lazzaretto. In particolare il molo conserva ancora le gallerie che costituivano un sistema di ricambio continuo delle acque e serviva a mantenere pulito il fondale e ad evitare l'interramento della Darsena. Esso rappresenta un chiaro esempio di abilità ingegneristica dei Romani, un sistema che ancora svolge la sua funzione.
Il molo e il fortino furono interessati da numerosi restauri e ristrutturazioni nel '500 e nel '600; nel 1656, dopo una epidemia di peste, il fortino viene trasformato in un ricovero per i contagiosi e conservò questa funzione fino al 1800 circa: da qui il nome di Lazzaretto. Il fortino romano situato sul molo meridionale, detto il Bicchiere per via della sua forma, fu purtroppo completamente distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Altri resti imponenti del Porto Romano sono visibili nella strettoia che conduce dal bacino principale alla Darsena romana: qui sono presenti i muri dei magazzini portuali, che vennero utilizzati nel medioevo come basamento per la costruzione della rocca.
Molte rovine di edifici romani furono trovati durante la costruzione del Forte Michelangelo nel '500, tra cui resti di splendidi mosaici. Tuttavia all'interno del Forte, esattamente sotto la cappella dedicata a Santa Fermina, patrona della città, si trova ancora un piccolo ambiente sotterraneo di origine romana, conservato durante la costruzione della fortezza, che la tradizione vuole essere stato abitato dalla stessa Santa durante la sua permanenza a Centumcellae.
Appena fuori il porto, all'interno dei basamenti dei palazzi costruiti nell'immediato dopoguerra, si trovano resti di terme e abitazioni pertinenti alla città romana di Centumcellae.
Rovine della cinta muraria romana sono tuttora visibili nelle stanze sotterranee della sede dell'Arciconfraternita del Gonfalone, presso la Chiesa di Santa Maria della Stella in Piazza Leandra.
Ad un chilometro circa dal porto, in località Belvedere, all'interno della zona militare della ex Scuola di Guerra (oggi denominata Ce.Si.Va.) si trovano imponenti resti di strutture romane, tra cui un'ampia cisterna, probabilmente pertinenti alla villa di Traiano.
- Notes
- 1:EPISTOLE Lib VI: XXXI C.PLINIVS CORNELIANO SVO S. Una lettera al Corneliano
Villa pulcherrima cingitur viridissimis agris, imminet litori, cuius in sinu fit cum maxime portus.Huius sinistrum brachium firmissimo opere munitum est, dextrum elaboratur.In ore portus insula assurgit, quae illatum vento mare obiacens frangat, tutumque ab utroque latere decursum navibus praestet. Assurgit autem arte visenda: ingentia saxa latissima navis provehit contra; haec alia super alia deiecta ipso pondere manent acsensim quodam velut aggere construuntur.Eminet iam et apparet saxeum dorsum impactosque fluctus in immensum elidit et tollit; vastus illic fragor canumque circa mare. Saxis deinde pilae adicientur quae procedente tempore enatam insulam imitentur. Habebit hic portus, et iam habet nomen auctoris, eritque vel maxime salutaris; nam per longissimum spatium litus importuosum hoc receptaculo utetur. Vale. - 2: fotografia: Paoblog.net