Preface.
Campi Flegrei (campi ardenti) è in realtà parte di una caldera (super vulcano formato in questo caso da 24 crateri) ad ovest di Napoli e costituisce il margine occidentale della pianura della Campania.
La maggior parte del vulcano si trova nel Golfo di Napoli ed è sommerso. Qui, Ischia e Cuma furono le prime colonie Greche d'Italia.
Il dominio romano è cominciato solamente a partire dal IV sec. a.C.
La zona era ancora abbastanza inaccessibile a causa della presenza della foresta denominata Silva Gallinaria, in cui molti banditi e personaggi fuori legge cercavano rifugio. Inoltre, come in Ostia, gli ambienti paludosi e gli acquitrini erano fonte anche di malaria. Con l'abbattimento di parte della foresta nuove comunità residenziale vennero fondate. Qui i Romani costruirono diversi porti, tra cui quello di Puteoli (ora Pozzuoli), situato tra Cuma e Napoli. Questo è un’articolo proprio sui porti di Campi Flegrei.
Da Cristiano Fiorentino
Il porto civile di Puteoli
Puteoli fu, prima della nascita del porto di Traiano a Portus come port ad-hoc per l’impero Romano, il principale porto di Roma e conseguentemente la città ne giovò incredibilmente. Qui convergevano da ogni parte le spezie, gli schiavi, il vino, le ceramiche, gli oggetti preziosi destinati al mercato Romano, e sopratutto il grano per l’annona di Roma, portato ogni anno della flotta Alessandrina (classis Alexandrina), e inizialmente conservato in enorme magazzini che si estendevano dall’attuale zona portuale di Pozzioli fino ad Arco Felice, attraverso la ripa puteolana, pronti per essere successivamente smistati e trasportati nella capitale e nel resto dell’impero.
La construzione, che in questa forma maestosa risale a età augustea, fu danneggiata da una tempesta al tempo di Adriano, e la promessa di restaurarla, fatta dall’imperatore, fu adempiuta dal suo successore Antonino Pio nel 139 d. C., come ricorda un’iscrizione trovata nelle stesse acqua del porto: opus pilarum vi maris conlapsum a divo patre suo promissum restituit 3.
Il declino del porto puteolano
Con la nascita del nuovo porto di Traino a Portus, Puteoli perse il primato di a seguito del trasferimento graduale della flotta Alessandrina in un luogo ben più vicino a Roma. Rimase tuttavia, a Puteoli, un ruolo importante nei contatti con le coste Africane. Successivamente, per il porto inziò un lungo periode di decadenza, sia per la sua scarsa frequentazione, sia per i problemi di insabbiamento dovuti ai moti bradisimici5, sia, ovviamente, per la grave crisi che investi l’impero, fino al suo totale abbandono, nel periodo compreso tra la fine dell’impero Romano d’Occidente fino a tutto il medioevo.
Il lago di Bacoli detto Maremorto
Il porto sfruttava un doppio bacino naturale, quello più interno di circa 3 km di circonferenza (detto Maremorto o Lago Miseno), in epoca antica dedicato ai cantieri e alla manutenzione navale, e quello più esterno, che era il porto vero e proprio. Tra i due bacini gli storici hanno immaginato vi fossero gli impianti navale a gli alloggiamenti della clasis Misenensis.
Prossima al porto, l’enorme cisterna denominata Piscina Mirabilis era il principale approvigionamento idrico per tutte le navi militari.
Le navi della flotta rimanevano al sicuro nella base in autunno e inverno (leggi l'articolo 'Winter-shipping'). La navigazione iniziava il 5 marzo con la festa detta Isidis Navigium in onore della dea egizia Iside, patrona del mare, dei marinai e della attività marinare. Ebbe poi alcuni suoi distaccamenti nei principali porti del Mediterraneo, come ad esempio nella vicina Centumcellae (Civitavecchia), nel mar Egeo al Pireo (Atene), o nel mare Adriatico a Salona.
Il Portus Iulius e il porto di Baiae
La costruzione del Portus Iulius, fu voluta nella zona tra l’Averno e il Lucrino dal collaboratore di Ottaviano M. Vipsiano Agrippa, nel 37 a.C. nel quadro di uno scontro navale contro Sesto Pompeo che aveva il dominio dei mari.
I lavori della realizzazione a le relative infrastrutture furono affidati all’architetto Lucio Cocceio Aucto. Nell’antichità il porto era difeso da una stretta e lunga diga, gettata sulla spiaggia, che partiva dalle Punta dell’Epitaffio en si congiungeva alle punta Caruso, sulla quale passava la Via Herculanea. Nella diga si apriva un canale che permetteva l’entrata delle navi nel bacino del Lucrino e da qui, con un’altro canale scavato nella roccia, nel lago d’Averno.
Il porto militare di Misenum
Il porto di Miseno (Misenum) si trovava presso l’attuale Bacoli e l’omonimo Capo Miseno, simile per conformazione a quello di Ravenna. Poteva contenere almeno fino 250 imbarcazioni, come quello di Classe a Ravenna. In età augustea, in sequito all’impracticabilità del precendente porto miliare di Portus Iulius nella baia di Puteoli (utilizzato da Ottaviano a Agrippa durante la querra contro Sesto Pompeo), la vicina Miseno divenne la più importante base militare della flotta praetoria Romana a guardia del bacino del Mediterraneo occidentale.
Un declino veloce, in favore di Misenum
La vita militare di questo porto fu breve, a causa dell’insabbiamento poiché già nel 12 a.C, la flotta militare fu spostata nel vicino bacino naturale di Miseno e il porto venne riconvertito a scopo civile. La zona, dopo la parentesi militare, ritorna ad essere un luogo sacro delle divinità infernali e alle cure termali, nonché luogo di lussuose residenze.
Le infrastrutture portuali, nei secoli successivi sono legate al destino del bradisismo. Cassiodoro ci informa, che alla fine del V secolo, la diga foranea del porto che discendeva fu distrutta.
Nei secoli successivi si ha la completa scomparsa sott’acqua della diga a di tutte le strutture antiche, tanto che il Lucrino si unificò con il mare. In un documento del 1503, a proposito di alcuni movimenti di bradisismo, il De lorio scriveva: “il mare si seccò portando fuori alcune ‘pilae’.”
Il fenemeno di sollevamento della costa continuò fino all’eruzione di Monte Nuovo avvenuto il 29 settembre del 1538 che determinò la scomparsa del villaggio di Tripergole e ridusse il lago Lucrino a poco più di uno stagno.
Del Portus Iulius si inziò a riparlarne alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, grazie alla forografia aerea e alle prime foto effettuate dal pilota, nonché subacqueo, il pilota Raimondo Buchner, le quali mettavano in risalto la topografia del grande complesso portuale che si estende su una superficie di circa dieci ettari. (quarda video).
La fotogragfia aerea ha avuto il merito di sensibilizzare studiosi e Soprintendenza, quest’ultima, in seguito alle immagini aeree, ha emesso i primi provvedimenti di tutela avviando alcune campagne subacquee finalizzate sia al rilievo diretto sia allo studio del grande complesso portuale.
Il rilievo e lo studio diretto delle strutture, per il momento, ha interessato solo la parte Est del complesso e più precisamente la parte antistante il ‘Lido Augusto’ che consistono in edifici adibiti a magazzini con muratura in opera reticolata che si elevano da pochi centimetri fino ad un metro circa, con affaccio su una corte centrale; casa padronale con peristilio di colonne in laterizi, posta nel lato Ovest dei magazzini. La stragrande maggioranza del complesso, purtroppo, non è stato ancora oggetto di rilievo, tutte le elaborazioni grafiche sono state ricavate da foto-interpretazioni.
Il porto di Baiae era invece un portcciolo civile prevalentemente riservato ai facoltosi personaggi e politici che frenquentavano il complesso termale di Baia: come il porto Giulio, anch’esso era dotato di una diga con canale a protezione degli approdi
Fonti::http://www.archeoflegrei.it/
note:- 1: Campi Phlegraei-Napels, disegno da Sir William Hamilton (1776)
- 2: Trajanus costruito la sua Porto presso Portus più verso interno alle spalle del porto di Claudio. Quest'ultimo era relativamente aperto al mare e causato disturbo durante la tempesta. Navi colavano a picco all'interno di quel porto di Claudio.
- 3: opus pilarum vi maris conlapsum a divo patre suo promissum restituit. Traduzione: restaurò, secondo la promessa del divo suo padre, i piloni distrutti dalla violenza del mare
- 4: Impressione d'Artista da Cristiano Fiorentino
- 5: Il bradisismo è un fenomeno legato al vulcanismo consistente in un periodico abbassamento o innalzamento del livello del suolo, relativamente lento sulla scala dei tempi umani ma molto veloce rispetto ai tempi geologici. Non è avvertibile in se stesso, ma riconoscibile visivamente lungo la riva del mare, mostrando la progressiva emersione o sommersione di edifici, coste, territori.
- 6: Foto: Ferdinando Marfella
- 7: Foto: Tower Life (Octavia Drughi)
- 8: Foto: Archivo Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
- 9: Opus reticulatun: (L'opera reticolata) è una tecnica edilizia romana tramite cui si realizza il paramento di un muro in opera cementizia.